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E' più difficile descrivere i sentimenti che proviamo verso qualcosa che amiamo davvero o le infatuazioni passeggere? Se ci si pone la domanda nei confronti della terra dove si è nati si può intuire quanto l'amore verso ciò che conosci profondamente sia complesso da descrivere perché contraddittorio, un miscuglio di diverse cose anche opposte che combinate insieme ci raccontano, attraverso la nostra dipendenza, chi siamo. I due coreografi, attraverso questo progetto che svilupperanno a Taiwan, intendono lanciare uno sguardo sull'essere isolano, dando vita ad un parallelismo fra le due isole. Essi stessi provengono da un'isola, poco importa se si chiama Sicilia o chissà; tutte le isole in fondo si assomigliano: terre circondate dal mare, chi vi nasce sa che in qualunque direzione incontrerà sempre il mare, da lì arriva il mondo, popoli che viaggiano per acqua in cerca di nuove terre, nuovi porti, nuove case. La storia delle isole è piena di arrivi, di approdi di nomadi della terra; gli abitanti delle isole sono abituati all'ospitalità e quando tocca a loro attraversare il mare per partire verso il mondo hanno per questo una fitta al cuore, attraversare il mare ha più il sapore del definitivo abbandono.